LOVE AND BE SILENT / AMA E TACI

Per me Cordelia dal Re Lear è veramente uno dei personaggi più iconici di tutta l’opera di Shakespeare. Non so, forse è una cosa che viene dal suo nome che ovviamente si riferisce al cardio, il cuore. Suppongo che Shakespeare volesse costruire un personaggio completamente basato sul cuore. Un enorme cuore, con tutte le qualità e i difetti del cuore. Così penso che se ci si vuole accostare all’essenza del personaggio bisognerebbe veramente pensare al cuore. E al modo in cui esso funziona e lavora.

Il cuore sente. Non può mentire. La mente può ingannarci e i sensi possono ingannarci; possiamo essere ingannati dalla mente e dai sensi, e dalla materia chiaramente, dalle cose; ma non si può essere ingannati dal cuore. Il cuore o ama o odia. Al cuore o piaci o non piaci. E se al cuore piace qualcosa, può anche non piacergli più il giorno dopo. Dunque, veramente, il cuore cambia. Non penso che la mente cambi. Direi piuttosto che la struttura del nostro pensare rimanga uguale, dall’infanzia alla maturità. Ciò che cambia è il cuore. E ciò che cambia nella mente è perché è cambia nel cuore. Possiamo sentire qualcosa e poi sentire qualcos’altro totalmente all’opposto cinque minuti dopo. Fa parte del nostro diritto di cambiare idea; ma veramente dovremmo dire “cambiare il cuore”.

Il cuore è immediato. Possiamo innamorarci di qualcuno senza sapere nulla di quella persona. Tutti – artisti, psichiatri, filosofi – hanno provato a definire l’amore. Cos è l’amore? Ma il fatto è che l’amore è indefinibile perché non è mai lo stesso.

Tutto questo è nel personaggio, che è  impietosamente onesto e sincero. All’inizio della tragedia dice al padre “ti amo come un padre; non ti amo come  si ama un uomo o un potenziale fidanzato; non ti amo di più e non ti amo di meno di quanto si ami un padre”. È qualcosa che sicuramente Lear non vuole sentire, ed è qui che comincia la tragedia. Perché Lear è abituato a tutto tranne che all’onestà. Riesce a gestire qualsiasi cosa tranne l’onestà. E lei, Cordelia, è quella onesta e getta tutta la sua onestà in faccia al padre in maniera molto diretta. Ed ha l’effetto di innescare la tragedia.

Viene bandita.

La verità, l’onestà, l’autenticità vengono bandite dalla corte. Non vanno d’accordo con i modi della corte. E non sappiamo nulla di Cordelia fino a quando non tornerà  in scena per tentare di salvare il padre. Quello che presumiamo è che abbia giorni buoni e giorni brutti; che attraversi gioie e dolori allo stesso tempo, come tutti nella vita. Perché è così che fa il cuore.

Ma lei è al sola che soffra per la fine del padre. E i suoi versi alle sorelle e al padre, alla fine del play, sono i più puri. È il linguaggio più puro dell’emozione: pietà e affetto. Affetto. Cos’è il cuore? È tutto ciò che rimane quando la passione e il pensiero si sono esauriti. Quando le sovrastrutture del pensiero e le sovrastrutture della passione si sono consumate, ciò che rimane di forte, l’anima interna del cuore, è l’affetto. L’amore, ma non in senso romantico o sessuale; ciò che oggi chiamiamo troppo spesso compassione e empatia. Non mi piace la parola empatia perché oggi tutti ne abusano.

L’affetto. Gli esseri umani sono capaci di provare affetto per altri esseri umani. E, se ci pensate, direi che Cordelia sia difficilissima da recitare. Perché, da attore, come si fa a recitare e a fingere emozioni sul palco se non le provi? Suppongo che un’attrice che reciti il ruolo di Cordelia non sia necessariamente la figlia dell’attore che recita Lear. Conoscendo l’enorme mole di emozioni che ci sono nel personaggio, il regista e l’attore non dovrebbero prendere quella strada, perché è una strada impossibile da percorrere; dovrebbero lavorare su qualcos’altro e sperare che le emozioni poi arrivino da sole, spontanee.

EP

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