A spasso con Willy

Photo: Stefano Russo

Una delle cose che mi piace di più – ho scoperto negli anni – è camminare per la città “a spasso con Shakespeare”. Come nei film di Woody Allen, dove molte scene e dialoghi sono risolti semplicemente con gli attori che camminano per New York e parlano.

Ecco, io oggi farei uno Shakespeare tutto così, per strada. Camminando. Camminare è una cosa semplicissima, che facciamo tutti, che ci accomuna tutti. E’ una cosa antica e contemporanea allo stesso tempo, qualcosa che l’essere umano ha sempre fatto e sempre farà (speriamo!). Quindi è un qualcosa che si adatta a qualsiasi tipo di dialogo, sia classico che moderno. Non si deve far niente tranne che camminare, in mezzo alla strada, o in un parco, insomma “in mezzo al mondo” e… chiacchierare. Secondo me sarebbe stupendo.

Devo dire che la città, proprio come diceva il grandissimo Woody Allen, è una scenografia favolosa! E ci sono anche un sacco di comparse a riempire il quadro: i passanti, le macchina, i motorini… Ci sono i negozi, gli alberi, i semafori, i mercati, i muri imbrattati (che nelle foto e nei video vengono benissimo!)… e c’è un sacco di vita. E poi, con tutto il suo caos, la città ti costringe ad un esercizio di concentrazione che definirei “orgasmico”. Io godo a dovermi aggrappare con tutte le mie forze, fisiche e mentali, a quello che devo fare, al compito che mi sono dato, cercando di non lasciamri distrarre da tutta la realtà che mi circola attorno. Ecco. E’ il connubio, il matrimonio, fra realtà e finzione scenica, fra realtà e arte. E, per me, è una cosa, sì, che mi fa godere. Godere. Mi diverto moltissimo.

L’altro giorno, una signora, con la quale parlavo di un progetto, ha detto. “Shakespeare… Shakespeare… Attira e, al tempo stesso, respinge… intimorisce…”. “Ha ragione”, le ho detto. E’ vero. Il mio rapporto con Shakespeare certe volte, forse, non tiene conto di ciò che Shakespeare è per gli altri, specialmente qui in Italia. Non è Pirandello, non è Eduardo… lo so. Amen. Che devo fare? Vorrà dire che rimarrò un artista “di nicchia”, come si dice. Dio mio, che orrore! Quindi morirò senza diventare famoso, senza che tutti mi conoscano! Non andrò mai a Hollywood e non conoscerò mai Kevin Kostner.

EP

 

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