ORIGINE

Ieri pomeriggio parlavo di teatro con un amico (molto intelligente). Gli ho chiesto se secondo lui al giorno d’oggi, con il cinema e con internet, il teatro potesse avere ancora qualcosa da dire. Personalmente, tutto quello che vedo in giro lo trovo fermo a un’ inconsapevole estensione contemporanea degli anni ’70. Anche il teatro più competente e solido e di livello, mi sembra già tutto visto. Hanno messo gli attori a testa in su, poi a testa in giù, con o senza testo, hanno costruito scenografie faraoniche, poi hanno tolto tutto, hanno fatto qualsiasi cosa. Certo, nel pubblico ci sarà sempre chi si stupisce, perché tutto ciò che ho visto io non è detto che lo abbiano visto anche gli altri. Ma la domanda rimane: dove siamo, e dove stiamo andando?

Il mio amico (che è molto intelligente) mi ha bacchettato, perché la domanda è sbagliata in partenza. È la domanda ad essere sbagliata. Fin tanto che ci chiederemo come essere originali, non lo saremo. Fin tanto che cercheremo, non troveremo. A lui domandano spesso perché fa quello che fa. Lui risponde: “Ma che domanda è???” E io aggiungo: “Perché altrimenti morirei”.

Ecco. Potremmo dire che l’unico modo di essere originali (se proprio vogliamo) è rischiare la vita. “Originale”: riflettiamo su questa parola. Viene da “origine”, o sbaglio? Se ciò che facciamo non viene dall’origine – la nostra, il nostro afflato più profondo, che è la fonte della nostra sopravvivenza – saremo condannati a fallire. Ad entrare in un sistema. Ma non per colpa degli altri e “del sistema”. Ma perché anche noi lo abbiamo voluto, abbracciato, assimilato. Faremo produzione, ma null’altro.

Anni fa vidi uno spettacolo di danza di una compagnia – se ricordo bene – canadese. Sembrava che tutto ciò che facevano sulla scena lo facessero come fosse per l’ultima volta nella loro vita prima di morire. L’ “impegno” che mettevano nel loro lavoro era sbalorditivo. Alla fine dello spettacolo, ai ringraziamenti, nessuno di loro mostrava il benché minimo segno di stanchezza.

Originale. Origine. “To thine own self be true”, scrisse una volta qualcuno.

Enrico P.

Questo breve articolo è stato scritto grazie all’amicizia con Tommaso Minniti.

 

 

 

 

 

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